I grandi artisti che hanno dato lustro alle mie modeste
poesie
Il Prof. Mario Coronello per i preziosi consigli e il paziente
lavoro di editing del testo
I lettori del mio primo libro “Il capitale disumano”
L'amico e ammiratore Domenico Falbo che ha donato il PC Linux su
cui è stato prodotto il libro
Introduzione semiseria (ma vera) dell'Autore
The books that the world
calls immoral are books that
show the world its own shame.
– Oscar Wilde, The Picture of Dorian Gray
Vorrei ci fosse un libro di tutte le poesie di mia incostante
vita, ma ancor non si può far, sicché non è finita. Così, a un
certo punto mi sono dato arresto, raggiuntone un bel numero, ancor
che impaginando ne vengano altre nuove.
Perché per me poesia è un modo di parlare, di dire qualche cosa
che dentro non può stare. Perciò è involontaria la sua creazione e
il tempo, siccome ispirazione, da varie fonti, arriva.
E spesso alla poesia s'intreccia la canzone, che in più può aver
soltanto maggior ripetizione. Però a parole poi la musica
s'anniunge, eterea e captivante; ma non dimentichiamo che il più
che importa è il senso.
In questa mia raccolta i temi sono varii, così come i pensieri
ch'io spero abbian trovato, in versi irregolari più ironico,
simpatico e sorprendente sfogo, che non in prosa, scritto o saggio
ch'è verboso, di cui peraltro io giammai sarei capace.
Non tutte sono belle, riuscite una o due. E questo per cagione
di varia intensità di cuore e ispirazione, dal non aver studiato,
non esser un gran savio, nemmeno un letterato. Perché son io un
ragazzo, garzone di campagna, che vive un po' alla buona, non ha
moderni svaghi e passa i giorni grigi a leggere e pensare, vivendo
d'espedienti e frutti di natura.
E stando in un paese di grandi acculturati, che a dirne solo il
nome si muore sganasciati, i versi miei so' odiati. Qualcuno qui mi
ha detto «Fai solo filastrocche…», però questo qualcuno nemmeno fa
mai quelle, perché, per detta sua, vergogna ne verrebbe. Di tal
concittadini io stimo solo e assai, il mio buon relatore, col quale
mi menai.
Ad onta che mi dicon «Stai zitto tu ignorante!», vergogna io non
ho di dire ciò che penso, in questa società che con tecnologia sì
fine e pervasiva, censura ogni dissenso. Quei pochi che m'ascoltan,
in tale mondo atroce, ringrazio deferente e con sentito core, pur
non essendo io che estemporanea voce, servente la giustizia, gli
ideali puri e il bene di natura.
Perciò ho osato scriver. Perciò vogliate accoglier queste mie
poesiole, benché son imperfette, mancanti di cultura e opera
d'istrione. Di più io non potrei. Ben sono originali.
Che giudichi il lettore, se questo è pregio o schifo. Se dà di
che pensare, od è vuoto esercizio di tanto malo stilo quant'è
cattivo stile. Che già se egli arriva al fin della lettura,
significa che almeno non tutto è una bruttura.
– Antonio Bonifati detto "ragazzo di campagna"
ovvero Farmboy
L'elezioni
All'elezioni i politici son tutti più buoni
Promettono lavoro, onestà e decoro
Salutano un po' a tutti con larghi sorrisi
Riempion manifesti d'altezzosi visi
Si sgolano in comizi, in discorsi fittizi
Denigran l'avversario con colorito frasario
Ma non appena eletti si scordan
d'improvviso di tutti i loro detti
Si fanno i fatti loro e sono tutti amici che
per fregare il popolo non servon più le liti
La luna
La luna è bella ma così lontana!
La guarda la lepre dalla sua tana
La guarda il lupo dall'alto del monte
dell'uomo illumina pallida fronte
Come la donna non la so capire
perché ci sta io non lo so dire
E d'aspetto cambia sempre,
da gennaio fino a dicembre
Ma ora più buia è la notte
la paura di colpo m'inghiotte:
non c'è più lei a rischiarare
il cielo nero delle mie notti amare
Autunno
Cadono le foglie
che devono morire
perché vita rinnovi
l'eterno suo fiorire
Nudi alberi nodosi han
sparso in campo frutti
Nell'umido suo grembo
la terra li tien tutti
Finché verrà l'inverno
a stingerne il colore
e accenda nuova vita
un miracolo d'amore
Ma adesso ulula il vento,
rimesta la tristezza,
una nube nera avanza
e toglie agli occhi il sole
ad un uomo che muore
La famiglia contadina
C'era una volta la tana e l'amore
Oggi invece non c'è più pudore
C'erano i figli, dei pezzi di cuore
Oggi invece c'è solo il dolore
È la solitudine il nuovo valore
E poi del denaro ognun è cultore
C'era la fame e la povertà
Oggi invece c'è la falsità
C'erano gli alberi e gl'animali
Oggi invece ci son gl'industriali
È il consumismo il nuovo furore
E poi niente più ha davvero valore
C'era una volta e non ci sarà più
La vita reale, ora c'è la tivù
Inquietudine
Punto gli occhi al cielo
e vedo stormi passare
All'imbrunire dove vanno
i corvi a riposare?
Che la mia anima inquieta
non trova pace in ogni luogo
Né per mare, terra o monti
ha mai trovato ristoro
Nel corpo di una donna
non ha avuto il suo sfogo
Dalla purezza degl'ideali
non è stata appagata
Dalla bellezza dell'arte
non è stata consolata
Che gli dia fine la natura
e dimentica sia dopo
di questa vita ribelle
ormai senza uno scopo
L'innominato del 1° Maggio
Dov'è, dov'è? Anch'io lo voglio festeggiare
Dicono fa star bene e che fa guadagnare
Io sempre l'ho voluto ma non l'ho mai avuto
Son stufo di sperare: voglio partecipare!
A questa società sì ricca ed opulenta
Io voglio mangiar carne invece di polenta
Mo' vivo d'espedienti e qualche ruberia
So fare tante cose, ma non è colpa mia
se non l'ho mai trovato, quantunque l'ho cercato!
Mi dite ando sta, come se fa a 'cchiappà?
Dicon ch'è un diritto, ma io vedo ch'è un favore,
che solo si può avere per raccomandazione
E che chi te lo dà sia un benefattore
Tu non devi pensar che sia uno sfruttatore
Ma io a tutto questo giammai sono arrivato
Non sono né sfruttato e neanche malpagato.
Perché è tutta la vita che sto disoccupato
Dov'è, dov'è? Perché lo festeggiate?
Capisco li padroni, che ci fanno i milioni
Ma se tiri a campare, oggi che ridi a fare?
Son tante sai le cose degne di celebrare
cose che son concrete, che non son da sperare
A me questo sistema non sembra funzionare
Su questo hanno basato la nostra società
che solo pochi ricchi a sbafo fa magnà
E allora io anch'oggi mi devo dar da fare
se un piatto di cicoria mi voglio poi mangiare
Claudia
Ella avea chioma lunga e nera
lungo soffici terga scendea
Treccia ornava la fiera criniera
che una Ninfa o una Dea parea
Un rametto di foglie verdastre
circondavan la candida fronte
Abbellivan le guance rossastre
un bel volto che d'amòr è fonte
Quel sorriso ha bloccato i miei sguardi…
Già Cupìdo ha lanciato i suoi dardi
che un destino crudel ci separa
e mi rende la vita più amara!
Menestrello
Io sono un menestrello
e canto l'amore
L'amata m'ha lasciato
ma il tempo ogni dolore
nel cuore ha cancellato
non provo più rancore
La faccia ce l'ho trista
non sono che un'artista
E allora canta menestrello
che la malinconia
se canti tutto il giorno
vedrai se n'andrà via
Tu canta a lei non ci pensare
non c'è niente da fare
Fai pianger la chitarra
che storie d'amor narra
In questo mondo spento
il fuoco dell'amore
s'accende sempre meno
e io allora gli dò fieno
Sorridono gli amanti
a queste mie parole
Sebbene non son tanti
son paggio dell'amore
RIT
Perché tu…
sei solo un menestrello
Tu canti ciò che è bello
Sei servo dell'amore
e schiavo del dolore
Me non muovo
Me non muovo
eppur viaggio
In parte alcuna
posso andare
per la tarda
mia etade
perché uguale
sono ovunque
e per esser
disilluso
Stanco sono
d'affrontare
i travagli
di un mal mondo
Quivi cova
cupidigia
e l'amore
che io porto
trova scherno
e derisione
Me non muovo
ma mi trovo
da mia casa in
capo al mondo
nell'istante
di un baleno
come penna
e fantasia
vi trasporta
l'alma mia
La pazzia
È pazzo a questo mondo
chi crede nell'amore
chi nonostante tutto
del male ancor si duole
Chi piange per la morte
d'un picciol animale
Chi per un gatto o un corvo
fa un sì gran funerale
Chi guarda il cielo e dice
è questo il mio fattore
Chi non fa differenza
tra donna e meretrice
Chi con le proprie mani
si fa ciò che abbisogna
Chi lo fa nella terra
piuttosto che la fogna
Chi pensa non sia stato
questo un gran progresso
diretto da un potere
che l'uomo ha fatto fesso
È pazzo e sono savi
la massa dei corrotti
chi crede che natura
per lui sol s'inginocchi
Capitalisti, schiavi
e gran consumatori
son loro giudiziosi
e noi di testa fuori
La paura dell'amore
Io mi ricordo quel
giorno d'agosto
capelli ricci e neri
occhi castani e seri
di una ragazza
troppo difficile
un'aria pensosa
di tristezza latente
Di una promessa
di un futuro d'amore
lì sulla spiaggia
al tramonto del sole
Cosa n'è stato ormai di
quelle parole
Noi sempre insieme
là baciati dal sole
Dimmi dov'è il tuo cuore
Dove tramonta il sole?
Quando risorgerà?
La luce tornerà?
E se mai finirà…
questa paura dell'amore
…dell'amore
Io mi ricordo
quel giorno d'estate
tu e la tua pelle bianca
tanto del sole manca
Piena di nei ma
anche tanti son miei
Tu mi dicesti «caro»
l'ho udito forte e chiaro
Dov'è finito il
nostro sogno d'amore?
Non è durato più
d'un fragile fiore
Dove son ora
quelle dolci parole?
Si son seccate
come un fiore d'estate
RIT
Io mi ricordo
noi due in riva al mare
quando mi dissi:
«Sai, ci devo pensare»
«Non sono pronta ancora
a fare l'amore»
«A vivere insieme
verrà un tempo migliore"
Il tempo è passato
però niente è cambiato ed io
sempre più triste e
sempre più innamorato
Quante bugie…
quante illusioni…
ma io ancora spero e
faccio queste canzoni
RIT
La sacra verità
Anche se resusciti i morti
non è detto che fai cosa buona
È un assurdo il paradiso
a me importa la vita di ora
Che poi Dio ci metta alla prova
o si faccian peccati di gola
sono tutte quante invenzioni
son contro natura queste religioni
V'è servita tanto bene
questa strana idea di Dio
manco voi ci credete
sotto sotto ne ridete
Il potere che ne viene
quanta gente ha reso schiava
Ha ammazzato, ha condannato
tutto in nome del papato
È egoista la vita eterna
non si può dire il bene dal male
dieci regole posson bastare?
non si compiace Dio col pregare
Com'è umana l'idea di un Dio
e suo figlio che muore per noi
troppo umana o troppo furba
mai sentita cosa più assurda
RIT
tutto in nome… del papato
Nel bosco di pini
Nel bosco di pini canta il cuculo
Formiche mangiucchiano un ribes caduto
Lucertole scappano e fanno l'amore
Rosicchiano topi con spiccato rumore
Di sera svolazzano grandi farfalle nere:
pipistrelli che mangiano zanzare e falene
Cicale che gracchiano di notte e di giorno
Vesponi che ai fiori ronzano attorno
Nessuno qui è triste, nessuno è annoiato
Nessuno è da solo o è disoccupato
Come un uomo che nella sua ricca città
Oggi s'è suicidato
Cosa mai resterà
Giaccio impotente… non più riesco a lottare
Contro un mondo ch'è insulso, che non puoi più cambiare
Quando vedo dovunque che è deriso l'amore
Che la pura menzogna come vero ha valore
Ciò che ha fatto l'uomo sterile io ho rifiutato
ma il mondo in un ghetto – solo – mi ha confinato
Nuovi mostri tremendi son di tutto padroni
Ed il resto son schiavi, pronti a credergli proni
Son malati davvero d'una inconscia pazzia
Che condanna lor anima a una lenta agonia
Solo è certo che un giorno il dolor finirà
E io mi chiedo curioso cosa mai resterà
Dunque che rimarrà, se l'amore è un momento?
Cosa perdurerà, se la vita è un tormento?
Cosa mai resterà, più di qualche poesia,
una nota sgualcita di abbozzata canzone?
Canterò contro un mondo che mi par nauseabondo
Finché morte non sia la mia liberazione
Il mare
Il mare ora è calmo, si muove d'un pelo
lontano si fonde all'azzurro del cielo.
Là brilla una luce di lontana nave
nel mentre la notte discende soave.
Io resto qui a riva, aspetto le stelle
che sono del cielo le cose più belle.
Perché deve esistere tanta bellezza?
Perché l'uomo arriva a sì tale bassezza
da non più amare la natura vera;
la gente dei soldi è ormai prigioniera
Cammino alla riva, son nudo e son scalzo
e al cielo ogni tanto lo sguardo mio alzo
Nel mare si perde la mia comprensione
di un mondo che a me sembra proprio prigione!
Evviva il sesso!
Evviva il sesso e chi lo fa!
Chi lo piglia e che lo dà!
Sì, natura ha predisposto
Che sia l'uomo a dare l'osso
E la donna l'ossobuco
Ma nel mondo ch'è moderno
Hai l'inverso e hai l'eunuco
Cosa serva non si sa
Ma un bambino lo può fa'
Sol la mamma col papà
Il covid
C'è 'na malattia
Che morti non ne fa
O almeno di diretti
Che imbrogli ce ne sta
C'è un virus ch'è letale
Ma chi l'ha visto mai
Si muore solamente
Per gl'usuali guai
Tumori, inquinamento
E cibo spazzatura
Di chimica che appesta
Mancanza di natura
Sistema immunitario
Nessuno più ne ha
Ci servono i vaccini
Pe' continua' a campa'
Lo Stato ch'è borghese
Fa gl'interessi loro
Per farli guadagnare
Avalla stran pretese
Così per quei ricconi
Noi siamo tutti untori
Malati da curare
O meglio, sterminare
Trovatello
L'hanno lasciato che piangeva
Alla porta di un convento
Ma il frate che non lo voleva
L'ha portato via come il vento
All'uscio d'un ubriaco, che beveva
E questi poi a una vecchia
Dal mite passo lento
È trovatello, figlio dell'amore
O meglio del sesso
E di madre senza cuore
Un vero nome non c'è l'ha
Chissà se a viver ce la fa
In questo mondo amaro
Che ben poco amore dà
Ma è stato fortunato
L'anziana l'ha raccolto
E dentro l'ha portato
Un poco ed era morto
Ora scruta curioso
Con quegl'occhietti strani
Il tavolo tarlato
E gl'altri arredi spartani
La buona vecchia madre
Al caldo lo fa stare
Avvoltolo ha in coperta
Davanti al focolare
E guarda il pupo e ride
Con quel volto rugoso
Perché ha trovato l'oro
In quel bambino cencioso
El mar (Il mare)
El tiene la riqueza del mundo
guardada en su vientre profundo
Los tesores que el hombre perdió
el amor que nunca encontró
En sus aguas nació la vida
Y a la tierra se transferiò
Despues en todas partes floreció
Este es el mar y tu sirena del mar
cautivas mi corazon moribundo
con tu canto y me haces ahogar
(TRADUZIONE LETTERALE)
Esso ha la ricchezza del mondo
custodita nel suo ventre profondo
I tesori che l'uomo perdette
L'amore che mai ritrovò
Nelle sue acque è nata la vita
E sulla terra si è trasferita
Poi in ogni luogo è fiorita
Questo è il mare, e tu, sirena del mare
Catturi il mio cuore morente
col tuo canto e mi fai annegare
Il povero ricco
Io sono povero
Per come m'annoverano
Non ho proprio niente
Manco l'acqua corrente
L'ISTAT mi dice che sono indigente
In altre parole nullatenente
Lo Stato si crede sia nullafacente
Si pensa che mangio la terra il fetente
Non sanno i poteri che per campare
Noi altri dovemo ogni dì lavorare
Io prendo ciò che butta la gente
I capitalisti, la parte più abbiente
E gettan di tutto non mi manca niente
Soltanto il denaro, però non mi serve
Così sopravvivo pur senza lavoro
E nell'immondizia io trovo ristoro
«È alquanto schifoso», mi dicono loro
Ma è la società ch'oggi ha perso il decoro
Primavera
Oggi il sole è più forte
Primavera è alle porte
E son sbocciati tanti fiori
E l'aria è piena di odori
Alberi che sembravan morti
Al suo tepor son risorti
Pieni di gemme prima brutti
E poi daranno sì bei frutti
Fanno coro gli uccellini
Il calabrone è rinato
Seminano i contadini
Facciamo festa tutti quanti
Nessun morto è mai tornato
Ma i miracoli son tanti
Facciamo festa tutti quanti
L'uomo in croce non è tornato
Ma i miracoli son tanti
E tu
Tutto il tempo ch'è passato
non ho mai dimenticato
quei bei giorni che l'amore
ha legato il mio al tuo cuore
Nella gioia e nel dolore
ho pensato sempre a te
ed ho scritto le poesie
le canzoni col barré
E tu? Tu non sei cambiata
Di me tu sei innamorata?
Non sai quanto io ho sofferto
per te… non te l'ho mai detto
La natura che ci ha scelti
non si puo' piu' ignorare
Io ti voglio, torna adesso
E ti aspetto, son lo stesso
Ti ricordi di noi due
Eravamo belli insieme
Che m'importa del trascorso
Io ti voglio sempre bene
RIT
Marinero (Marinaio)
Marinero que olha longe
com os olhos azuis como o mar
Tua casa é distante
como o céu do mar
Um amor te sperando
en cada porto que for
Marinero que segue as sereias
que ninguém gosta de você
Você tá sozinho
com sua liberdade
O céu o mar
e teu coração
(TRADUZIONE LETTERALE)
Marinaio che guardi lontano
con gli occhi azzurri come il mare
La tua casa è distante
come il cielo dal mare
Un amore ti aspetta
In ogni porto che vai
Marinaio che segui le sirene
che nessuno ti vuole bene
Tu sei da solo
con la tua libertà
Il cielo, il mare
e il tuo cuore
Il ritorno
Quando il mondo si colora
della luce dell'aurora
Tu vedrai un nuovo giorno
aspettando il mio ritorno
Un uccello s'alza in volo
ora sono meno solo
Il ritorno di un amore
mi dà luce più del sole
Quando l'alba squarcia il cielo
dalla notte toglie il velo
Una vita nuova spero
un futuro meno nero
C'è una brezza mattutina
nei capelli c'ho la brina
Passa il tempo come un tuono
ma mi sento ancora buono
Sul tuo viso c'è una ruga
una lacrima s'asciuga
Non c'è tempo di pensare
ci conviene solo amare
E così io son tornato
e lo so m'hai sempre amato
E ci resta ancora vita
tra di noi non è finita
Il teatro della vita
Sopra il palco della vita
La tragedia s'è consunta
Danni, amori e tradimenti
alme tristi e cuor contenti
Per le brame di denaro
di ricchezza e di potere
ci si scanna come fiere
Boria, invidia e gagliardia
gente inetta e chicchessia
Tutto è parte dell'istoria
tutto perde al tempo senso
E ci appaion freddi attori
e egoistici gridori
Così osservo tutto questo
con distacco immateriale
perché vivo alla giornata
e di piccol cose grato
Non ho più di desideri
né di donne né d'amore
Sono chiuso nel mio guscio
perché brutto è il mondo fuori
Nel teatro della vita
io sto all'uscio ad aspettare
Che vi giunga la carrozza
a por fine a tanto male
Il cuore pescatore
Il mio cuore batte
Per quella che non c'è
Per lei che il denaro
Ha preferito a me
Si nutre di tristezza
Di una raminga pesca
Non ha mai dì di festa
Per allietarsi un po'
Il mondo ha visto a piedi
Ha preso molto pesce
Lanciate tante frecce
Non ha trovato amor
La vita
Con terrore e stupore
Ho scrutato nel mare
Nel mio dubbio ancestrale
Lo sconforto m'assale
Le creature più strane
Negli abissi, nel cielo
Nella terra spaccata
Negli anfratti, nel gelo
Dappertutto è la vita
Insistente, accanita
Non rivela motivo
Né disegno divino
A una semplice mente
Meraviglia invadente
Malato immaginario
«Son malato», sto per dire
E «mi sento di morire»,
Io sospiro, piango e sento
che dal mondo sto partendo
Non c'è uno che non creda
Che sospetti sia un trageda
Son compianto già da tutti
Probi, onesti e farabutti
Più la dura mia agonia,
Più c'avrò la garanzia
Che non ho da lavorare
Per mangiare e per campare
Penseranno gli altri sani
A sgobbare come cani
Per poter me mantenere
Con lor grande dispiacere
Natale
Alla splendente luce d'una stella cadente
è accorsa tanta gente, a visitar il bambino
venuto a questo mondo per volere divino
È nato per portare amore e tolleranza
che in questa umanità non ce n'è mai abbastanza
Ma l'uomo, ingordo e esoso, è sordo alla sua voce
l'ha odiato, l'ha umiliato, l'ha messo pure in croce
Giovinetta
«Tu che sei giovinetta
Sei la sua prediletta
Tu profumi di rose
Nelle linee sinuose
Rosee guance lui sogna
Come fior di cotogna
Labbra rosse carnose
Per giornate amorose
Vuole perdersi in te
Come un giovane re»
«Oh tu dimmi chi è?
Tan mistero perché?
Che non debba sapere
Chi per me sì stravede?»
«Non lo dico perché…
Lui potrebbe esser me!»
L'illusione dell'amore
L'illusione dell'amore
È una febbre che non stanca
È una frenesia di festa
La freschezza di una danza
Tutto sembra essere bello
Anche le giornate uggiose
E profuman le camelie
Come fossero le rose
È la gioia della vita
Che l'amore fa vedere
E travisa la realtà
Con le sue strane chimere
Ma incantesimo si rompe
Quando la persona amata
Ti tradisce o ti abbandona
Con gran lacrima versata
Estate
Un sole infuocato
Ha tutto seccato
Erba, piante e fiori
dai pallidi colori
Ma i rovi son verdi
e carichi di more
La vita s'assopisce
nelle più calde ore
Insetti assetati
bevon col sudore
d'animali stanchi
finanche dell'amore
Per altri notte è giorno
e sono i predatori
Che dormono al riparo
quando s'infuoca fuori
Lucertole danzanti
han battiti di cuore
Formiche fan provviste
per tempi di grigiore
La chiamano l'estate,
chi vive e chi ci muore
Ed è nel mondo festa
del nostro gran motore:
Il Sole
L'albero del padrone
L'albero del padrone era carico di frutti
Ma lui li ignorava. Sazio era… di prosciutti
Maturi, ben succosi, dai rami non potati
Brillavan come gemme nei campi abbandonati
Formiche, uccelli e insetti fiutaron la risorsa
E pure i topolini andaron là di corsa
L'albero del padrone era carico di frutti
Ma un giorno venne il vento e a terra andaron tutti
Passò di là un viandante che aveva tanta fame
Gli venne l'acquolina in bocca come un cane
Da terra prese un frutto ma non lo mangiò tutto
Che s'affacciò il padrone e disse dal balcone:
«Che l'hai piantato tu?
Qua tutto ciò che vedi è mio, per Belzebù.
Tu mettiti al mio posto… vergogna!
Non hai qualcosa tu?»
Rispose il pover'uomo:«Al mondo niente è mio
Io vado alla ventura, e prendo se ho bisogno…
Sì, non sarò più giusto, ma non me ne vergogno
Però io non mi credo di esser quasi un Dio!»
Nuvole
Nuvole bianche, nuvole nere
del bene e del male sono foriere
Oggi esse son della terra coperta
ma domani è tempesta
marinai state all'erta!
Puoi dire il colore ma non l'intenzione
d'oscuro destino la vita è prigione
Nuvole gialle, nuvole rosse
di forme cangianti, ora stabili or mosse
È così che finisce la storia di ognuno
tramonta la vita, non c'è senso alcuno
L'amore è un fiore
Tu ragazza non lo sai cos'è l'amore
È un bel fiore ch'è spuntato sotto il sole
Ma bisogna dargli acqua ogni giorno
Perché il sole brucia più di un forno
Finanche il più bel fiore dell'amore
Se resta senza cure dopo muore
Tu ragazza credi che l'amore è un gioco
Ti diverte, non importa se dura poco
Ma a me fa soffrire il suo finire
Ricordo la bellezza ma con tristezza
Perché l'amore è un fiore che nasce al sole
Se resta senza cure presto muore
Uscito
Che strana sensazione vestirsi così
giacchetta e cappottone e non è venerdì
È un sabato qualunque di prima di Natale
ma pare anticipato di mesi il Carnevale
Incontro tanta gente idiota e intelligente
si rompono bottiglie e scoppiano petardi
C'è chi è spensierato, o d'allegria apparente
Lì un giovane malnato, qua stolidi vecchiardi
Uscito dal mio guscio io qua mi sento estraneo
Uscito fuori tempo nessuno riconosco
C'è musica insolente, ho un moto subitaneo
Mi viene solo voglia di ritornar nel bosco
Amore per la natura
Dov'è? Dove l'avete messo?
Non c'è… è chiuso nel cassetto
Ce n'era di più nello stato di natura
sparso dappertutto proprio come la verdura
Quando l'uomo era una bestia
ogni giorno era una festa
a ballare e far l'amore, e bastava donare un fiore
Di più di cibo e amare non si poteva desiderare
Andando nomadi per il mondo
s'era capito il senso della vita in fondo
Non c'era niente che si poteva
accumulare o conservare
Non c'era niente che non si aveva
che si potesse desiderare
Ma poi si iniziò a coltivare
costruire case e animali imprigionare
tutti ammassati in un'unico posto
La povertà arrivò tosto
Nel formicaio delle città
l'ingiustizia divenne realtà
Adesso che si amano solo i soldi
e la natura è morta per i balordi
Non vale ormai più niente e il popolo è deficiente
e l'hanno schiavizzato ma non s'è ribellato
e spera la ricchezza ma non ha proprio niente
Anna
Anna! La ragazza del mio cuore
Anna! Una vita di dolore
Anna! Hai raccolto un bel fiore
Anna! Tu non sai cos'è l'amore
È una vita ch'è trascorsa,
sempre sola come un'orsa
C'è una ruga sul tuo viso
e un accenno di sorriso
Anna! Nessun uomo è stato buono
Anna! Che non chiede mai perdono
Anna! Che nessuno l'ha capita
Anna! La bellezza ormai è sfiorita
RIT
Anna! Ti ricordi di quel giorno
Anna! Che ti dissi «vado e torno»
Anna! Non ci siamo più rivisti
Anna! Sono tuoi quegl'occhi tristi?
RIT
Anna! Quanto tempo ch'è passato
Anna! Quarant'anni tutti d'un fiato
Anna! Io non sono più un ragazzo
Anna! Sei la sola ch'abbia amato
Caro diario
Vecchio quaderno
di gioventù
scrivevo ogni giorno
con l'inchiostro blu
di amici, di sogni
di amori passati
di una borgata
che ormai non c'è più
Quanti ricordi
del tempo che fu
di un mondo perduto
ben poco goduto
di gente più vera
ragazzi di strada
erano tutti
zingari e liberi
Mio caro diario
il tempo è passato
ma nel mio cuore
niente è cambiato
E di quel ragazzo
pensoso e curioso
soltanto il corpo
è un po' invecchiato
C'è bisogno
C'è bisogno dell'amore
dell'amore c'è bisogno
C'è bisogno dell'amore
in un mondo di dolore
Dove tutti hanno gran fretta
mai nessuno che t'aspetta
Fanno a gara a far denaro
poi gli resta il sangue amaro
C'è bisogno dell'amore
dell'amore c'è bisogno
C'è bisogno dell'amore
in un mondo di grigiore
Dove han spento la cultura
e distruggon la natura
Fanno a gara a far denaro
vince il lupo più mannaro
C'è bisogno dell'amore
dell'amore c'è bisogno
C'è bisogno dell'amore
in un mondo senza cuore
Dove ormai non c'è misura
e governan con la paura
Fanno a gara a far denaro
e un amico è tanto raro
Che senso ha
Che senso ha più questa vita
che non ha più il suo amore
Di te non resta che un ricordo
che mi tormenta notte e giorno
Che senso ha più aspettare
ciò che non può più tornare
L'amore che ci ha fatto male
non è più lui, non è uguale
Ma forse un giorno noi ci rivedremo
guardandoci negli occhi senza parlare
L'amore che hai negato nel tuo cuore
potrebbe tuo malgrado anche tornare
Che senso ha più questa vita
che non ha più la sua meta
Di te non resta che il rimpianto
di non averti ancora accanto
Che senso ha più perdonare
ciò che non può più far male
Ma io, lo sai, t'amo ancora
Di te mi sogno ad ogni ora
RIT
Claudia lo sai
Oggi son triste, è partito il mio amore
son umidi gli occhi, d'un altro colore
Io non so quando e se la rivedrò
se per la tristezza io non ne morrò
Claudia lo sai che io t'adoro
che tu per me vali ancor più dell'oro
Io sogno una vita insieme a te
ma ora soltanto speranza è
Io ho carezzato la tua pelle bianca
e tu dei miei baci non eri mai stanca
Tu dai miei occhi sei stata stregata
ed io dal tuo viso gentile di fata
RIT
E io lo so che anche tu m'ami
che prima o poi sei pronta e mi chiami
che non potrai mai dimenticare
il solo che t'ha mai saputa amare
Come mi vorresti
Quando sarò via di qua tu mi cercherai
Quando io non ci sarò tu mi amerai
Quando poi sarò partito tu immaginerai
un ragazzo e una chitarra che non piange mai
Ma io non sono come vorresti
è inutile che dici «Perché non resti?»
Se noi fossimo stati insieme prima
sarebbe stata rosa ma senza spina
Quando io sarò lontano, io mi pentirò
di non averti amore, io ti sposerò
Sarà la forza di un destino che io non capirò
a spingermi sul mio cammino, da solo morirò
RIT
Don Chisciotte
Don Chisciotte della Mancia,
Cavaliere di Ventura
e da «La Trista Figura»
Sempre errando per la Mancia
in groppa al fido Ronzinante
Ha per arma scudo e lancia
Vuole riparare i torti
perpetrati dai più forti
E sanare le ingiustizie
e difendere i deboli
Ma le speranze sono fievoli
e i giganti sono tanti
Incantanti ed arroganti
son potenti ed importanti
RIT
Con l'amico Sancio Panza
per amor di Dulcinea
del Toboso bella Dea
Va contro i mulini a vento
fa sol danni ma è contento
Che a lottar per gl'ideali
perché tutti siano uguali
Non conviene per il fatto
che ti credon esser matto
Non ti danno fama e gloria
per concludere la storia
Ma soltanto fior di botte
e ti lascian l'ossa… rotte
Due dita
Sono un'ombra
che s'è smarrita
morto è il sole
della mia vita
Giunto al fine
della partita
mi domando
a che sia servita
Ma nel fondo
dei miei occhi
brilla il fuoco
di un'altra vita
Dal tramonto
di un'amore
sorge l'alba
d'un nuovo sole
Resta il segno
di una ferita
sulla pelle
ch'è già guarita
Nel ricordo
del nostro amore
io non provo
ormai più dolore
Esce il sole
col suo bagliore
mi sento libero
come un fiore
Alla fine di
questo amore
torno a vivere
con tutto il cuore
Fiume Sarmento
Il fiume s'è seccato
e un letto ha lasciato
E Cristo s'è fermato
ad Eboli, più su
Il pianto della terra
son gli uomini quaggiù
Qua dove tutto brucia
rispetto non c'è più
In questa terra arsa
passai la gioventù
pur senza li denari
ma il mare, il cielo, è blu
Giovani del 2000
C'avemo quattro sordi
nun ce sta niente a fa'
Nun ce manca a volontà
ma nun siam figli de' papà!
Nun semo diplomati
ma tutti laureati
però tutto sto studio
che l'amo fatto a fà
Sapenno che quann'esci
dall'università
nun ce sta proprio niente
si nun si figlio de' papà!
Se nun disoccupati
mo' semo sol sfruttati
precari e malpagati
e nun saremo pensionati
E quelli che han rubato
e stan rubando ancora
ce dicono «c'è crisi»
e che dovemmo lavorà
Io allora sai che dico
«C'ho anch'io una dignità
nun sono mica scemo
che nun devo protestà»
Nun faccio proprio un cazzo
penso solo a magnà:
nun voglio far più parte
de 'sta zozza società
La ricchezza del mondo
Quella che nessuno vuole è la ricchezza del mondo
Ciò che poco pregio ha è il nostro bene profondo
Non tiene prezzo, non si può vendere né comprare
Perché ce l'hanno tutti ma non la sanno amare
Da lei veniamo per tramite di un lontano progenitore
E nel suo grembo vivevamo
Prima di costruire le nostre grigie e spente dimore
Illusi di poter vivere senza la madre
che tutto genera e che tutto fa
Noi periremo di vera morte per la nostra vanità
Giovanna d'Arco
L'è una fanciulla vestita da uomo
S'avanza sicura su nero destriero
In mano ha una spada e un bianco stendardo
La chiamano tutti «pulzella d'Orleans»
La contadina dai corti capelli
comanda l'armata di libération
Il popolo stanco al suo fianco marcia
s'è desta la Francia contro gli invasor
Tu non sarai madre non saprai d'amor
ma in cielo è la stella che guida il tuo cuor
Nel fondo degli occhi di chiaro color
lampeggia una luce di giusto furor
Battaglia è vinta l'assedio è tolto
Pel sangue versato, nimico od amico
l'amazzone bianca piange dimolto
è trista e dolente per chiunque sia morto
Ma i suoi nemici non hanno pietade
e la prima volta che la bella cade
la fan prigioniera del peggior potere
che in nome di un Dio tortura il volere
Sul rogo han bruciato la tua ingenuità
Compresi alla fine la trista realtà
che perfido è il cuore di tutti i padroni
che al mondo non v'è mai di poteri buoni
I 50 anni dell'amico
Amico son 50: si dice che la gallina canta
Son cinquant'anni passati da coglione
addormentandosi alla televisione
Mo' son cinquant'anni: tanti auguri!
I tempi si fan tristi, sempre più duri
Cinquanta candeline, cinquanta calci in faccia
Tu chiuso in officina, hai fatto una vitaccia
Da ch'eri un ragazzino t'appassionavano donne e motori
Tu che sognavi Ferrari e Maserati, ma riparavi la Lancia dei signori
RIT
Amico senti a me: io non desidero ciò che non c'è
Senza una lira faccio tante canzoni
Io mi diverto, mentre tu sogni i milioni
RIT
Amico lo vedi che siamo in Calabria
ricchezza non c'è
Se vuoi cambiare la tua vita un modo c'è
Il cambiamento deve venire da te
RIT
'I Butirre
Ohi chi fimmina tengu ji
Non ci riescu mancu a vini'
Pisi cchiu' di nu cuntalu
e mangi sempi vuccularu
Quanni si curchi s'infossi lu littu
e s'ha fricatu lu migghiu caprittu
Tutta la notte 'ngruffulia
e cumi na scrofa si pinnía
Queste butirre di Botero
se magnerebbero il mondo intero
Certi fiancuni, certi pittazzi
si ci chiavi a sutta, attintu, ti scazzi/su cazzi!
Sì, m'è piaciuta la donna in carne
però s'è troppa non sai che farne
mia moglie tiene lo vavuzzone
un corpo sì fatto che sembra un pallone
Però ho acceso la televisione,
ho visto le donne 'i na trasmissione
certe lenticchie 'e chiamano belle
meglio le grosse culle ciambelle
RIT
(TRADUZIONE LETTERALE)
Ohi che donna ho io
Non ci riesco neanche a venire
Pesa più di un quintale
e mangia sempre guanciale di maiale
Quando si corica s'infossa il letto
e s'è divorato il miglior capretto
Tutta la notte russa
e come una scrofa scorreggia
Queste ciccione di Botero
si mangerebbero il mondo intero
(hanno) certi grossi fianchi, certi grossi petti
(che) se ci capiti sotto, attento, ti schiaccia/sono guai grossi!
Sì, m'è piaciuta la donna in carne
però s'è troppa non sai che farne
mia moglie ha la pappagorgia (il collo grasso)
un corpo sì fatto che sembra un pallone
Però ho acceso la televisione,
ho visto le donne di una trasmissione
certe lungagnone le definiscono belle
meglio le grasse con le maniglie dell'amore
RIT
Il bambino di Hiroshima
Passo presso ad ogni porta
ma nessun ode
i miei passi silenziosi
Busso ma resto non visto
perché son morto
perché son morto
Avevo solo sett'anni
quando morii
a Hiroshima tanto tempo fa
Anche adesso ho sett'anni
quando i bambini muoiono
non crescono più
Il fuoco ha bruciato i miei capelli
i miei occhi son diventati ciechi
è venuta la morte e le mie ossa
polvere che il vento ha spazzato via
Non ho più bisogno di frutta o di riso
né di dolci e nemmeno pane
non chiedo proprio nulla per me
perché son morto
perché son morto
Tutto quello che chiedo è che tu lotti
ogni giorno per la pace
Così i bambini di questo mondo
potranno vivere e crescere felici
Il coronavirus
Cos'è successo? Non ci vediamo più
Cos'è successo? Non ci tocchiamo più
Vabbè che amore già prima non ce n'era
ma adesso siamo costretti alla galera
Per uno scherzo del destino
ognun sospetta del suo vicino
Che malattia c'ha dato il progresso
tu apri gli occhi ti stan facendo fesso
La dittatura ci tiene in pugno
con la paura e fino a giugno
Dovremmo stare sempre chiusi in casa
tutta la gente ormai è dissuasa
Ma io sono uscito, c'era un bel sole
non ho paura di far l'amore
Ma il mondo ormai è tutto dominato
dal dio denaro e pure dallo Stato
Venite fuori non c'è paura
che non si muore per la freddura
A noi c'ammazza di più il capitale
l'inquinamento e il cibo industriale
E c'han rubato i frutti del progresso
e c'han ridotti a tutti quanti un cesso
Il mio compleanno
E già… è il mio compleanno
Così è passato un altr'anno
Un anno di gioia e dolore
a ridere a rubare l'amore
A piangere sopra i tuoi seni
a correre senza più freni
Lo so… è il mio compleanno
Però mi resta un affanno
Un anno senza perdono
un anno senz'esser più buono
Da quando tu m'hai lasciato
cammino con sguardo abbassato
E già… è il mio compleanno
Così è passato un altr'anno
Un anno di dubbi e speranze
un anno di magre finanze
Un anno di tante illusioni
un anno senza più stagioni
Lo so… è il mio compleanno
Però mi resta un affanno
E tu ti sei ricordata
di me che t'ho tanto amata?
Sei ancora di fuori un bel fiore
ma dentro di crudele cuore?
Il sesso
Un tempo questo era una cosa normale
come dormire, bere o mangiare;
e si poteva farlo al sol senza vergogna
senza paura d'esser posti alla gogna
Veniva insieme con l'amor, non c'eran santi
né sotterfugi e segretezze aberranti;
e si lasciava dare tutti i suoi frutti
a quelli belli ma anche a quelli brutti
Ma dopo è nata questa strana idea di Dio
di punizione e di martirio del tuo io;
ed han bandito ogni diletto, ogn'allegria
per sottometterti al poter dell'abbazia
E così hanno detto ch'è peccato
e poi a tutti quanti l'han vietato;
men che a quello che s'è già sposato
con moglie che lo tiene indaffarato
Perché siccome serve alla riproduzione
non si poteva, impunemente, toglierli l'azione
Ma non è detto che così funzioni meglio
che sia questo il miglior modo d'usare il tuo pisello
'Na cosa è certa, n'ha sofferto assai l'amore
non è più libero… lo tengono in prigione;
e non s'arrischia più a mostrarsi per vergogna
che il mondo è diventato peggio di una fogna
E così hanno detto ch'è peccato
e poi a tanta gente l'han vietato
dall'amore lo hanno separato
solo un atto animalesco è diventato
Il vecchio e la giovine
No ragazza tu non m'incanti
coi tuoi baci: non ci son santi
son finiti i tempi dell'amore
sono un vecchio che tra poco muore
Ma nel mio petto c'è ancora un cuore
che soffre in questo mondo di dolore
Puoi prenderti i miei soldi senza bluffare
che tanto tu non sei in grado d'amare
Sono perle i tuoi occhi raggianti
per la gioia dei tuoi spasimanti
che son tanti proprio come i miei anni
e tra poco avrò finito gli affanni
RIT
Nella vita ho avuto solo rimpianti
falsi amori e avventure piccanti
Quello vero non l'ho mai conosciuto
è più raro del più grosso tartufo
RIT
Ma che m'importa mi basta un figlio
sperando che io almeno gli assomiglio
perché dell'uomo sai non resta niente
un mucchio d'ossa, un cranio e qualche dente
Incontri d'estate
Brilla il sole dell'estate
son tornate a splender le belle giornate
Finalmente la bella stagione
sotto l'ombrellone io mi sento un leone
Bellezze in riva al mare
ormai stanche d'amare
trascorrono un'estate
sotto il sole abbronzate
Nell'Eden della spiaggia
con calma e voluttà
incedon sulla sabbia
con lusso e vanità
Nell'azzurro su nel cielo
vola un aeroplano non mi sembra vero
È proprio lei che s'è tolta il velo
una Venere bruna dallo sguardo severo
RIT
Mi guarda con disprezzo i muscoli d'acciaio
Tra noi è finita male ci resta in bocca il sale
Quaranta gradi all'ombra per caso ci s'incontra
o meglio ci si scontra e di colpo scende il gelo
RIT
In riva al mare
In riva al mare guardo il cielo
un blu limpido senza velo
Come i tuoi occhi di bambina
ma tu non sei qui vicina
Scende la notte sulla spiaggia
gli ultimi strali il sole irraggia
È appena nato il nostro amore
come da un seme spunta un fiore
In riva al mare vedo le stelle
piccoli nei sulla tua pelle
Come la scia dei tuoi capelli dorati
spunta la luna per gl'innamorati
Io non t'ho detto ancora «T'amo»
ma fatti l'un per l'altro siamo
Te lo dirò con questa canzone
e la sentiranno mille persone
Tutta la notte ho passato a cantare
è chiaro il cielo, sta per albeggiare
Oggi la vita mi sembra più bella
sei tu la Venere, sei la mia stella
Io non mi chiedo quanto brillerà
se tutto muore, si spegnerà
Ma fino a ieri che tu non c'eri
erano spenti i miei desideri
I sogni
I sogni non finiscono mai
Ma un giorno tu li realizzerai
Stanotte ho sognato di te
Non vuoi e mi chiedo perché
Eravamo noi due soli
Soli in mezzo alla natura
Eravamo noi due cuori
Chiari e freschi come fiori
Chi sogna di ricchezze ed onor
Io spero in un mondo miglior
Ma amore sai ben poco ce n'è
Nel mondo dove ognun pensa a sé
RIT
Un giorno noi non ci sarem più
Dall'alto guarderemo quaggiù
Un mondo senza gioia ed amor
Un mondo di tristezza e dolor
RIT
I sogni che abbiam fatto saran
svaniti, fuochi fatui faran
L'amore che abbiamo ucciso sarà
un fantasma che nel buio vagherà
RIT
L'8 Marzo
Che giorno è l'8 Marzo
che questo mondo è uno sconquasso
La donna vera non ci sta più
piena di grazie e di virtù
Era regina del focolare
cresceva i figli e sapeva amare
Era creatura della natura
demonizzata da una congiura
Che gioia è l'8 Marzo
che questo mondo è tutto un fiasco
La moglie buona non ci sta più
che ha pazienza per il ragù
Fagocitata dall'illusione
di far carriera e prostituzione
Il liberismo ci ha fatti uguali
dimenticando ruoli ancestrali
Che festa è l'8 Marzo
che questo mondo è un disastro
E la famiglia non ci sta più
figli sbandati… che gioventù!
La società del capitale
ci vuole tutti a lavorare
Ma io ricordo la donna vera
e il suo ritorno oggi si spera
La Befana
La Befana è una vecchietta
che nessuno mai sospetta
che sia lei a fare i doni
a tutti i bambini buoni
Ed a quelli che son stati
tutto l'anno disgraziati
porta cenere e carbone
ne riempie un gran calzone
Ma un bel giorno saran grandi
e dei doni più importanti
serberanno un gran ricordo
cui ogni giovan ora è sordo
E saranno allora loro
rinsecchiti e rimbambiti
a portare tanti doni
ai bambini divertiti
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
da donare ai bimbi buoni
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?
La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa e la sottana
viva, viva la Befana!!
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
viene, bussa e scappa via,
la Befana è mamma mia!
La donna nella luna
L'una vanitosa
l'una dispettosa
Luna che del sole
sola sei la sposa
L'una luminosa
l'una vergognosa
L'una appariscente
l'una deludente
L'una provocante
l'una trasparente
L'una maliziosa
l'una inconcludente
L'una malinconica
l'una inconsistente
L'una lamentosa
l'una indifferente
L'una che rapisce
l'una che gioisce
L'una che perdona
l'una quant'è bona
L'una che capisce
l'una che ammansisce
L'una che ferisce
l'una che guarisce
L'una che s'arrende
l'una impenitente
L'una che la sfiori
solo dolcemente
Luna sai l'amore può
dare gran dolore…
È un'epidemia
peggio che malattia
L'una invadente
l'una impertinente
L'una indecisa
l'una mai capita
L'una insistente
l'una impenitente
L'una impetuosa
l'una travolgente
Luna necessaria
luna, veramente…
Luna senza te non
vale proprio niente!
La fiera di Scarborough
Benvenuti alla fiera di Scarborough
Benvenuti nel mondo quassù
Qui non servon ricchezze o denari
per comprare la felicità
Io ti vendo il tuo destino
e mi prendo la tua beltà
Io mi pago con le tue illusioni
e ti riporto alla realtà
Io ti mostro che con i milioni
non si compra la felicità
Io ti riempio di gioia e d'amore
di ciò ch'è mancato nella vita di qua
Venghino tutti quanti a comprare
che sian straccioni o sian signori
qui non importan ricchezze od onori
son tutti uguali gl'uomini qua
Lala
Ancor nel fiore degli anni
Lala la bella pittrice
dei grandi maestri ammiratrice
Sol nella natura
bellezza riluce
e sulla morbida tela
lei la riproduce
Oggi sii lieta
e dimentica ogn'affanno
e tanti auguri…
per il tuo compleanno
L'albero dell'amore
L'albero da cui colsi un bel frutto
è tutto fiorito, di bianco vestito
Ma il nostro amore è già finito
senza dare frutto è presto svanito
Quando vivevamo giorni sereni
io dormivo bene sopra i tuoi seni
Ma adesso veglio in ansia fino a che è giorno
aspettando invano il tuo ritorno
L'albero da cui colsi un bel frutto
ha gettato rami in su verso il sole
Ma il nostro amore non ha più colore
era un bel vestito, ora è tutto sbiadito
E mi resta solo un lontano ricordo
che in questa vita grama io più non lo scordo
Ma adesso il giorno inizia le sue chiare ore
risorge la speranza di un nuovo amore
L'albero millenario
Sotto il grande albero
vedo il mondo lontano
La vita non ha più tempo
il mondo non ha più senso
Vedo uomini illusi
vedo sogni delusi
Vedo gioia e dolore
vedo amore e rancore
Sotto il vecchio albero
vedo gente distratta
dal denaro e dal potere
dalle cose e dall'avere
Vedo vita passare
vedo amore ignorare
Vedo lusso e ricchezza
vedo guerre e scarsezza
Ma poi…
Sotto il saggio albero
vedo il mondo cambiare…
La speranza tornare
dopo l'era del capitale
Vedo natura selvaggia
non più cemento che s'avanza
Vedo uomini uguali
nessuno più elemosinare
Ma poi…
D'improvviso mi sono svegliato
non so più quanto abbia sognato
Sotto speranza di un'utopia
se n'è trascorsa la vita mia
La lunga attesa
Quanti anni che son passati
da quel giorno di settembre
quanti graffi e cicatrici
quanti segni sulla mia pelle
Quanti inverni, quante estati
son trascorse ad aspettare
un tuo cenno un tuo saluto
ma il telefono restò muto
Ma adesso che son ricco tu mi vuoi
e io brucio questi soldi
che non hanno odore
son loro che nel mondo
distrutto hanno l'amore
Ho fatto un bel falò
e sono andati in fumo
non resta proprio niente
nemmeno il tuo profumo
In questa vita grama
s'è aperta una ferita
tu scegli cosa fare
se i soldi o me amare
Ormai non c'è più nulla
che non si può comprare
ma io rimango libero
sincero nell'amare
Quante sviste e delusioni
cercando il raro sentimento
quanti abbagli e falsi allarmi
quanti dolori e illusioni
Quante pagine, quanti versi
nella penna dei poeti
dei cantanti e degli attori
ma non è tutto rose e fiori
RIT
Mi dicono son matto
mi osserva pure il gatto
ma come Don Chisciotte
io voglio fare a botte
Con questa società
di grandi capitali
di schiavi e di denari
di genti tutte eguali
Io ormai non ho più niente
però t'aspetto sempre
per me nulla ha valore
ma credo nell'amore
La maschera dell'attore
Nino quante facce
c'hai interpretato
Nino quanta gente
trista c'hai allietato
Nino quanti casi
strani nella vita
Quante delusioni
quante implicazioni
Nino tu sei stato
la maschera di noi
Lo specchio de li vizi,
le miserie e le virtù
Pane e cioccolata
'a storia nun è cambiata:
il mondo è sempre uguale
a come lo mostravi tu
Nino c'hai indicato
che la vita poi è un teatro
Se il sipario è già calato
non se può apre più
Non resta che un applauso:
è finita 'sta commedia
Ormai l'attore è andato
continua l'arte tu…
La mascherina
Te la metti, te la metti
te la metti la mascherina
Te la togli, te la togli
te la togli la gonnellina
Che il governo ti vuol bene:
se ti viene il raffreddore
i ministri e i deputati
moriran di crepacuore
Qui gatta ci cova tu non te fidà
c'è sempre qualcuno che deve magnà
Lo stato è borghese e a farne le spese
è la povera gente che deve campà
Te la metti, te la metti
te la metti la mascherina
Te la togli, te la togli
te la togli la sottanina
Che lo Stato è preoccupato
non se hai freddo o s'hai mangiato
o se sei disocuppato
basta che non sia malato
RIT
Te la metti, te la metti
te la metti la mascherina
Te la togli, te la togli
te la togli la mutandina
Se finora questo Stato
non s'è mai preoccupato
ora tanto ti vuol bene
da volerti vaccinato
RIT
L'animale
Ci sono tanti animali
che popolano la terra
ci sono gl'agnellini
ci sono i paperini
ci sono gl'orsacchiotti
ci sono i lupacchiotti
ci sono i gattini
ci sono i topolini
ci sono gl'uccellini
ci sono i cagnolini
Ci sono le pecorelle
ci sono le tortorelle
ci sono i caprettini
ci sono i maialini
ci stanno i serpentelli
ci stanno i vermicelli
ci stanno le galline
ci stanno le formichine
ci stanno le farfalline
ci stanno le lumachine
ci stanno i pappagallini
ci stanno i leoncini
Alcuni di questi animali
si mangiano tra di loro
però nessuno inquina
nessuno cementa la terra
Così pure i bambini
ma i grandi son malandrini
non vogliono gl'animali
rovinano la terra
per fare tanti denari
non sono certo esemplari
Non vogliono cambiare
la natura non sanno più amare
Che cosa ci vuoi fare…
non resta che sperare
La Rivoluzione di Cristo
Non figlio di Dio ma di un falegname
sacrificato, morto soldato
per un ideale di libertà
l'han messo in croce in giovane età
Ma non s'uccide l'idea con l'uomo
nei poveri risorge come un tuono
Nel mondo l'ingiustizia è la signora
ma un nuovo Cristo nasce ad ogni ora
L'esempio ch'hai dato con i tuoi ideali
a cosa è servito se son sempre uguali
gli uomini ch'hanno in mano il potere
han denti affilati come orrende fiere
Tu il paradiso c'hai indicato
ma l'uomo è indegno e non l'ha meritato
Non c'è nel cielo né qua sulla terra
né amore né giustizia, solo guerra
RIT
La società del capitale
Lungo il sentiero della mia vita
lungo il percorso di questa ferita
ho visto un mondo di false parole
senza più amore solo dolore
Lungo la strada ch'ho attraversato
nelle città che ho visitato
ho visto uomini intenti al lavoro
eppur non resta niente di loro
La produzione, i capitali…
un mondo ingiusto, senza ideali
una natura straziata e sfinita
la povertà non è mai finita
Tanto ho sognato un mondo migliore
senza il denaro e il suo bagliore
ma poi alla fine mi sono svegliato
l'uomo è cattivo e non è cambiato
La società del capitale
non ha capito cosa è morale
che in questo mondo val solo l'amore
che l'uomo è labile e dopo muore
Anche se il mondo non ho cambiato
è la mia vita ch'ho migliorato
Ora io vedo cosa ha valore
ma cerco ancora invano l'amore
La strada
A nessuno ho voluto bene
A nessuno ho prestato fede
Sulla strada dei miei rimorsi
i miei giorni tristi son trascorsi
Un amore ho lasciato andare
nel mio cuore ho covato il male
Sulla strada son rimasto solo
ora in lacrime e sconforto sono
La mia colpa, le donnacce e il vino,
sono stato proprio un bel cretino
Non capivo quanto lei m'amava
sulla strada dove m'aspettava
Ogni cosa che ci sta nel mondo
ha un suo senso, una ragione in fondo
La bellezza non ho visto io
offuscato dal guadagno mio
Ora vecchio chiedo a Dio perdono
di non esser con lei stato buono
Ora l'anima l'accolga il mare
di un uomo che non ha saputo amare
La venere nuda
Il mare è così grande
il mare è così blu…
Le onde gettano schiuma
là sulla riva dove sei tu
Son d'oro i tuoi capelli
son perle quegl'occhi blu
d'argento è la tua pelle
la venere nuda sei tu
Io mi avvicino pian piano ma tu
tu non ti volti e non oso di più…
Ma prima o poi potrò meritare
questa bellezza che viene dal mare
La vida (La vita)
La vida yo no sé que es
Quien sabe donde va esta vez
Estoy abandonado a mi propria suerte
Con un destino incierto
Quien sabe que haré
Pero no le pregunta nada
Debes solo viverla
Porque no es mas que deseo…
deseo de vivir
Tu que eres un vagabundo
Manana sabes donde iras?
Pero el mundo es variado y grande
Talvez la fortuna
puede tocar tu puerta
RIT
(TRADUZIONE LETTERALE)
Non so cosa sia la vita
Chissà dove andrà questa volta
Sono lasciato a me stesso
Con un destino incerto
Chissà cosa farò
Ma non le devi chiedere niente
Devi solo viverla
Perché non è niente di più di un desiderio…
della voglia di vivere
Tu che sei un vagabondo
Domani sai dove andrai?
Ma il mondo è vario e grande
Forse la fortuna
può bussare alla tua porta
Le lucciole
Tu che vendi la tua bellezza
senza amore, senza carezza
senza un volto da ricordare
senza un'anima, senza amare
Mi sorridi con tutto il cuore
ma sei sola nel tuo grigiore
Nella notte c'è un fuoco ardente
tu sei lucciola appariscente
Tanto è scarso il ben che vendi
che di un falso tu m'accontenti
son venuto ma non ci credo
ed ora quasi mi sembra vero
Vorrei chiederti tante cose
darti in dono un mazzo di rose
ma nell'ombra della selva
là c'è un uomo che ci osserva
In un mondo che tutto ha un prezzo
sai che vale ormai l'amore?
Non c'è posto per questo fiore
resta a noi solo il grigiore
L'esercito dei senza lavoro
Quando fu fatta
'sta società
fu stabilito
che pe' campà
Ognuno aveva
da lavorare
darsi da fare
pe' poté magnà
Però qualcuno
è rimasto
a digiuno
mentre quell'altro
potente tribuno
C'ha una trippa
come un bisonte
e del denaro
ha trovato la fonte
Basta che stiano
a lavorare
tutti per lui
senza fiatare
Lui non fa niente
resta a guardare
è dirigente
è prepotente
E se il lavoro
non basta o c'è crisi
muori di fame
con tanti sorrisi
Forse era meglio
lasciare stare
non organizzare
non operare
Questo sfruttamento
legalizzato
di tutto quanto
il proletariato
Lasciar che ognuno
provveda per sé
senza il danaro
senza i suoi re
L'uomo giusto per te
Tu dici che io non sono
l'uomo giusto per te
Ma dimmi tu qual'è
quell'uomo che stravede per te
Di uomini n'hai avuti tanti
pagliacci, attori e cantanti
Ma dimmi tu qual'è
quell'uomo che si strugge per te
E forse un giorno capirai
quando tu bene mi vorrai
E se io non sarò più solo
per te tutto lascio e prendo il volo
Tu dici: «ancora non c'è
l'uomo giusto per me»
Ma dimmi chi consola
il tuo cuore quando sei sola
Per questa o quest'altra ragione
tu sempre m'hai messo in prigione
Ma adesso mi son liberato
da te voglio essere amato
RIT
Maradona
Nella periferia di una città argentina
per le strade polverose
di un quartiere popolare
un ragazzo magro, discolo e capellone
gioca tutto il giorno a dar calci a un pallone
Ma la vita è una partita
che si gioca anche fuori tempo
che ti lascia una ferita
anche dopo che è finita
Quella palla sale e scende
e non tocca mai terra
Gambe forti e poca carne
ma di strada n'ha da farne
Ora quel ragazzo è diventato d'oro
vince ogni partita, «gol» gli gridano in coro
RIT
Il ragazzo cresce, arriva anche in nazionale
conosce pure la sconfitta
ma oramai la storia è scritta:
«Con la testa o con i piedi
o con a mano di Dio
il destino del gioco oramai è mio!»
RIT
Masanobu Fukuoka
Ho coltivato la terra
così come fa la natura
Ho coltivato la vita
così non importa
se adesso è finita
Ragazzo mio…
guarda questo grano
quest'umile filo di paglia
Sarà una rivoluzione
È meglio non fare
meglio non sapere
Nel mondo non c'è proprio nulla
Nessuna cosa ha valore
E l'uomo non fa proprio nulla
È sol la natura quella che crea
Ragazza mia…
guarda questo riso
quest'esile filo di paglia
Non vedi? Da sé tutto cambia
Meglio far niente
Meglio non sapere
Così ho coltivato la terra
Così ho capito la vita
Così… nella natura vera
ho ritrovato la felicità
Mimì
Questa è la storia di un bambino
nato povero nel Sud
Questa è la storia di un ragazzo
che correva dietro un bus
Questa è una storia di Calabria
di speranza e gioventù
Tra ostilità ed incomprensione
s'avvera il sogno di un campione
E allora… corri a piedi nudi
sulla strada della vita
lasciando indietro chi ha le scarpe
ma non regge la fatica
Vai… Mimì… è tutta tua la strada
niente più ti può fermare
non c'è salita che il tuo cuore
forte non possa affrontare
E allora… corri sotto il sole
di una terra generosa
lasciati indietro i pregiudizi
della gente maliziosa
Corri… vai incontro al tuo destino
verso il traguardo della vita
batte nel petto un cuore piano
è ancora quello di un bambino
Morte di Francesco
Parlavano gli uccellini
posatisi sulla spalla
a quell'uomo che vedeva
Dio in ogni cosa
Nella campagna umbra
tra gli ulivi in fiore
nel cuore della natura
lodava il suo Creatore
Fratello tu non sai quanto amore c'è nel mondo
Sorella tu non sai quanto il mare giù è profondo
Il volto della Terra è l'immagine di Dio
la vita che ci ha dato non è un caso, dico io
Un corpo che è malato
l'attende la sua sorte
ma l'anime non si perdon
da morte son risorte
Lo spirito dei giusti
dà forza all'altrui vita
dei grandi si perpetua
la vita che è finita
RIT
Nel viaggio della vita
quant'anime si perdon
chi giunge a retta via
morir deve contento
Per questo non piangete
gioite dell'amore
di un umile poverello
che a Dio ha fatto appello
Nell'alto dei cieli
Nell'alto dei cieli…
mi sento già qui!
Nell'alto dei cieli
la vita è così:
è tutto uno sballo
con sesso sfrenato
Qui nulla è vietato
il dolce e il salato
Nell'alto dei cieli
dai vieni anche tu!
Nell'alto dei cieli…
che fate quaggiù
Tutti a lavorare
nessuno a pensare
Se il mondo va male
è colpa del capitale
Nell'alto dei cieli
amare è normale
Nell'alto dei cieli
non si può inquinare
Non c'è da pregare
per un mondo normale
Qua ognuno è uguale
tutti han da mangiare
nell'alto dei cieli
Ninnananna
Ninnananna bambino
ninnananna piccolino
Vai nel mondo dei sogni
che di tutti son bisogni
Dormi fino a domattina
fai contenta tua mammina
Non pensare a questo mondo
che non è tanto giocondo
Metti dentro la manina
sotto la tua copertina
Dormi bene non pensare
a 'sta vita senza sale
Chiusi dentro una città
poco spazio per giocare
La natura a cui appartieni
t'han negato dal principio
Ma tu un giorno la vedrai
e ti riconoscerai
Ora dormi bel bambino
fai la nanna piccolino
Che tu presto crescerai
tante cose capirai
Che non servono i milioni
il consumismo e le nazioni
il potere e le religioni
quest'insulse televisioni
Serve solo la natura
la sol cosa bella e pura
Occhi d'amore
Guardo negli occhi di una ragazza
vedo l'affetto e l'amore che manca
Guardo la gente è tutta distratta
senza uno scopo è la vita che passa
Occhi d'amore… io t'ho incontrata
ma tu eri sempre molto occupata
Non hai mai tempo di fare l'amore
per il denaro è seccato il tuo cuore
Ma forse un giorno tu capirai
cosa più conta e ti pentirai
di questa vita di solo lavoro
di quanto è fragile e inutile l'oro
E tornerai alla natura
dove alla fine la vita è men dura
Ohi Marì
Ohi Marì, ohi Marì
quante vote m'ha fattu suffrì
Ohi Marì, ohi Marì
chi suspiri m'ha fattu vinì
Taggju vistu la prima vota
ca spannisi li robbi 'nta via
Jeri frisca cumi 'na rosa
taggju presu comu mia sposa
RIT
Jeri bona cumm'a' malvasia
Cusì linda cumm'a lissia
Profumata cume 'na mimosa
Vuce doce cumme 'na sciantosa
M'hai scuperto ca nun c'è rosa
senza spini e senza malatia
RIT
Si cangiata, ti si fatta fitosa
non si cchiù quidda bedda rosa
Ti si fatta grossa e spinosa
unnai pacinzia pi' nissuna cosa
RIT
Ohi Marì, ohi Marì
mo' pinzamo sultanto 'a murì
Ohi Marì, ohi Marì
quidda gioia addé gghjuta a finì
Ohi Marì, ohi Marì
la vicchiaia non c'adda 'mbruttì
Ohi Marì, ohi Marì
t'arricordi di nui giuviniddi
Ohi Marì, ohi Marì
jeravamo due cangariddi
Ohi Marì, ohi Marì
si putissimu turnare cusì
RIT
Ohi Marì, ohi Marì
non ti pozzu cchiù vidi cusì
Ohi Marì, ohi Marì
ohi Marì
(TRADUZIONE ITALIANA)
Oh Maria, Oh Maria
Quante volte m'hai fatto soffrire
Oh Maria, Oh Maria
Che sospiri m'hai fatto venire
T'ho visto per la prima volta
Che spandevi il bucato per la strada
Eri fresca come una rosa
Ti ho preso come mia sposa
RIT
Eri buona come la malva
Così pulita come la liscivia
Profumata come una mimosa
Voce dolce come una sciantosa
Ma ho scoperto che non c'è rosa
Senza spine e senza malattia
RIT
Sei cambiata, ti sei fatta scontrosa
Non sei più quella bella rosa
Ti sei fatta grossa e spinosa
Non hai pazienza per nessuna cosa
RIT
Oh Maria, Oh Maria
adesso pensiamo solo a morire
Oh Maria, Oh Maria
quella gioia dov'è andata a finire
Oh Maria, Oh Maria
la vecchiaia non ci deve imbruttire
Oh Maria, Oh Maria
ti ricordi di quando eravamo giovani
Oh Maria, Oh Maria
eravamo tutto pepe
Oh Maria, Oh Maria
se potessimo tornare così
RIT
Oh Marì, Oh Marì
non riesco più a vederti così
Oh Marì, Oh Marì
Oh Marì
Piccole ragazze
Piccole ragazze
veston già da donne
col rossetto rosso,
cipria e minigonne
Già parlan d'amore
non sanno aspettare
La maggior età
non sembra mai arrivare
Con quell'aria ingenua
vanno ancora a scuola
Certe un po' scontrose,
certe silenziose
Guardan con malizia
in modo provocante
Sognano l'amore
e tanta tenerezza
Oh bambina mia
non sai cosa t'aspetta:
quante delusioni,
quanti falsi amori
Quanto da penare
per poter trovare
un uomo che ti ama e
che ci puoi contare
Questo è un mondo brutto
pieno d'illusioni,
tanti falsi dei
miti e frustazioni
Regna il capitale
pensan di comprare
tutto col denaro
senza meritare
Piccole ragazze
ormai sono già donne
Manca sol l'amore
per farle sognare
Sono tutte belle…
quello che non vale
è questo mondo triste
che non vuol cambiare
Primo amore
Tu che guardi il cielo
Non ti sembra vero
Che un amore è nato
così inaspettato
Tu che hai perso il treno
che non hai più voglie
che sei sulle soglie
dei cinquanta e più
Ma che ci vuoi fare
se il mondo è tutto materiale
Che serve ormai il sentimento
se fare soldi è il solo intento
Tu ch'hai atteso tanto
che non ci speravi
ora che sei vecchio
guardati allo specchio
Sono troppi gli anni
per andare avanti
Ma lei t'ama come
fossi bello tu
RIT
Pubblica moglie
In principio era il verbo.
No, in principio era il sesso.
– Antonio Gramsci
Vendo l'amore a chi non ce l'ha:
vedovi, scapoli, figli e papà
Per modica cifra e poca fatica
son pubblica moglie senza castità
Della morale io me ne frego
almeno son schietta e non lo nego
che a tutti piace fare l'amore
e mette sempre di buon umore
Come mangiare, dormire e sognare
far tanto sesso è naturale
e chi non può vi dirà ch'è peccato
del buon costume farà l'avvocato
Dov'è vietato, dov'è tollerato
dov'è normale, dov'è immorale
Ma visto che manca l'amor coniugale
non ci si sposa e si deve pur fare
Vengono qui tutti quanti a provare
veder quanto vale questo mio capitale
Uomini illustri, alti prelati
gente comune, tutti arrapati
Di sfruttamento son esempio minore…
sfrutto me stessa senza rancore
Se non è legale, se non è morale
chi sfrutta gl'altri com'è da chiamare?
Questa terra è la mia terra
Questa terra è la mia terra
son tornato per rimanere
Questo mare, questi monti
furon fatti per mio godere
Qua non venne mai il progresso
ma per vivere fa lo stesso
Si sta meglio senza motori
senza industrie e senza signori
Ma a qualcuno ciò sta male
No, non possono sopportare
ch'io sia libero di cantare
non sia schiavo, non sia «normale»
Questa terra è la mia terra
son tornato per rimanere
Questo mare, questi monti
furon fatti per mio godere
Son venuto per coltivare
questa terra che voglio amare
Questi alberi, queste piante che
senza soldi dan da mangiare
RIT
E i razzisti son proprio qui
e nella zucca non hanno sale
è tutta gente che poco vale
ma disprezzate chi va a rubare!
Chi lavora nella terra
senza mezzi, senza inquinare
è soltanto da ammirare
Disprezzate i re del capitale!
Questo mondo è fatto a scale
Questo mondo è fatto a scale
e se il ricco vuoi fregare
tu non devi lavorare se
non è tuo il capitale
È la cosa più immorale
il lavoro altrui sfruttare
È come prostituzione
e indovina chi è il padrone
Ragazza di città
Ragazza tu che sogni
la vita che verrà
tra amori e delusioni
tra sogni e realtà
Io sogno una casa in campagna
con tanti animali
e un cielo più blu
Il bosco e la prateria
un campo di fiori
le stelle lassù
Ragazza tu che aspetti
l'amor che non c'è più
in questa vita grigia
sei un fior di gioventù
Io sogno un amore di donna
e tanti bambini
senz'auto e TV
Il verde e la libertà
un mondo più giusto…
ci credi anche tu?
Ragazza sai che t'amo
Andiamo via di qua
Da questa vita vuota
rinchiusi qui in città
Avremo un soffitto di stelle
una casa di paglia
un sorriso di più
Il fiume, il mare, un cavallo
la felicità
non pensi anche tu?
Ragazzo di campagna
Con le mani hai preso questa terra
Nel silenzio hai vinto la tua guerra
A amare tutto questo eri solo tu
Ragazzo di campagna che non ride più
Terra di luce, terra d'amore
di una Calabria che mai non muore
Nella miseria e nel dolore
Ride la vita e brilla il sole
Rivedi la tua vita come un vecchio film
Con nostalgia infinita la ricordi tu
Ma adesso si fa scuro nel tuo cielo blu
Ragazzo di campagna che non parla più
RIT
Scinni cumparu
Scinni cumparu, scinni 'a savusizza
Ca summu quattru amici e non vulimu nenti
Scinni cumparu, scinni 'a suprissata
Ca puri ch'è salata annacqui la cannata
Ma lu cumparu onni vo sapì
Culla gulìa ni fa rimanì
E pi nu pizz'i carna cruda
hai gastimatu puri a Buda
Scinni cumparu, scinni 'a savusizza
Ca summu quattru amici e non vulimu nenti
Scinni cumparu, scinni u vuccularu
Ca cchiù di na mugghiera 'u tengu tantu a caru
Ma lu cumparu onni vo sapì
Culla gulìa ni ci fa murì
E pi nu stuzz'i carna cruda
hai gastimatu Cristu e Juda
(TRADUZIONE LETTERALE)
Scendi compare, scendi la salsiccia
Che siamo quattro amici e non vogliamo niente
Scendi compare, scendi la soppressata
Che pure ch'è salata la annaqua la brocca (del vino)
Ma il compare non ne vuole sapere
Con la voglia ci fa rimanere
E per un pezzo di carne cruda
ho bestemmiato anche a Budda
Scendi compare, scendi la salsiccia
Che siamo quattro amici e non vogliamo niente
Scendi compare, scendi il guanciale
Che più di una moglie lo tengo tanto caro
Ma il compare non ne vuole sapere
Con la voglia ci fa morire
E per un tozzo di carne cruda
ho bestemmiato Cristo e Giuda
Sonata per te
Oggi canto per te
dolce musa d'amor
Rosa rossa di fuoco
gioia, vita e dolor
Vivo solo per te
luce bianca del sol
dono aureo del cielo
mio conforto al dolor
Oggi canto per te
per l'amor che non c'è
per un bacio rubato
per un cuore stregato
Canto solo per te
mia regina del cuor
dolce vita e ricordo
sola fonte d'amor
Forse un giorno tornerai qui
Tutta la vita aspetterò…
Ma oggi canto per te
anche se non ci sei
per un sogno d'amore
del mio povero cuore
Sta chiuvenni
Mi summu risbigghiatu
e sta chiuvenni
Mi summu gavuzatu
e sta chiuvenni
Puri dopu mangiatu
sta chiuvenni
Ancora unné scampatu
e sta chiuvenni
Non hai pututu ji a fatigà
Fazzu lu contadinu pi' campà
Pirciò summu cuntetu quannu chiove
ca l'acqua la simenta fa spuntà
Infatti quannu chiovi 'un sicchi nenti
(TRADUZIONE ITALIANA)
Mi sono risvegliato
e sta piovendo
Mi sono alzato
e sta piovendo
Anche dopo mangiato
sta piovendo
Ancora non spiove
e sta piovendo
Non sono potuto andare a lavorare
Faccio il contadino per campare
Per questo sono contento quando piove
che l'acqua la semente fa spuntare
Infatti quando piove non secca niente
Stella del cielo
Ho visto la luna spuntare nel cielo
Aveva i tuoi occhi il tuo sguardo sincero
Ho visto una stella nel cielo brillare
Ho visto il tuo cuore che non sa più amare
Il cuore era nero di luce offuscata
Piangeva per un uomo perso e disperso
Una donna annientata, d'amore malata
Una stella scoppiata, dal destino minata
Tu stella del cielo, distrutta e ammalata
tu per quale uomo sarai destinata?
Chi metterà insieme i tuoi pezzi dispersi
chi ti guarirà con i suoi dolci versi?
Ho visto una stella suonare il violino
Ho visto una stella da così vicino
Aveva sul volto un sorriso per me
Ma io non son degno d'amar proprio te
Ho visto una stella tornare ad amare
Ho visto il suo cuore di luce brillare
RIT
Storia di un immigrato
L'erba di casa mia è la più verde che ci sia
L'erba di casa mia non ha eguali
Meglio un tozzo di pane ed un sorso di vino
che questa vita da schiavo in un quartier cittadino
Senza una lira in tasca sono andato a lavorare
fuggendo dalla miseria della mia terra natale
Sperando in un futuro che fosse un po' più giusto
mi sono ritrovato in mezzo a quel trambusto
Ma… RIT
Stipendio da operaio, stanza a mezza pensione
Ho imparato a riconoscer la voce del padrone
Che è l'unico che ha colto i frutti del progresso
A noi è rimasto il torsolo e mi son sentito fesso
Perché… RIT
Così ho scioperato, ho chiesto più giustizia
ma senza giusta causa sono stato licenziato
Tornando giù in paese, afflitto e sconsolato
in un vecchio casolare di notte ho riparato
Ma… RIT
All'alba l'indomani di un giorno luminoso
con grazia m'ha svegliato suon d'animali in festa
Mirando la campagna nello stato di natura
compresi ch'era qui che la vita è meno dura
Perché… RIT
Terra di Calabria
Terra di Calabria
terra di natura
terra di Calabria
terra di cultura
Terra rovinata
dalla 'ndrangheta e lo Stato
Terra di tesori
che non hanno conservato
Terra di scienziati
terra di emigrati
Gente che s'arrangia,
vite rassegnate
Sole che ti bacia
mare che ti bagna
Dio t'ha privilegiato
però l'uomo non t'ha amato
Terra di Calabria
terra di speranza
dove il capitalismo
non ha mai funzionato
Spirito selvaggio
di una natura ancora indomita
Anima contadina
di una vita mai in sordina
Terra di Calabria
terra di pittori
terra di poeti
terra di cantori
Terra senza industrie
senza capitali
di cose che ben valgono
più delli denari
Terra di Calabria
terra di buon cuore
terra di rancore
terra di dolore
Un giorno sarà ancora
un luogo di splendore
Dallo stretto di Messina
ai monti del Pollino
tornerà la primavera
dell'antica Magna Graecia
Tu lo sai?
Io credevo tu fossi vera
Io credevo tu fossi sincera
Mi pensavo ch'eri innocente
con quell'aria di tristezza apparente
Ma tu…
Hai gettato un amore
pestato un fiore
Un ragazzo che s'è offerto
con tutto il cuore
La proposta di una vita
senza il grigiore
di cemento e inquinamento
che qui è signore/che qui si muore
Tu lo sai quanto vale il sole?
Tu lo sai quanto vale l'amore?
Più dei soldi, più di ogni ricchezza
la natura è la vera bellezza
RIT
U briganti Musolinu
Sugnu u briganti Musolinu
Sugnu u Re ru Sprumunti
Sugnu u primi ill'omini d'unuri
robbu a tutti quanti i ricchi 'gnuri
Haju 'na lupara a pallettuni
e nu cuteddu 'nte cazuni
Non mi schiantu ru Statu
e mancu 'ra notti fridda e scura
Fazzu giustizia a modu meu
Si non c'è u Statu, ci su jeu
Latri, bastasi e 'mbrugghjuni
chi ndi cumandunu i me cugghjuni
Politicanti corrotti e 'nfamuni
jeu vi pigghju tutti a puntatuni
Picchistu mi voli beni a genti onesta
chi comi viri mi faci na festa
Comi si scialaru 'ddu jornu
ch'i giurati mi cundannaru
Ma si pi' casu a lu paisu tornu
chidd'occhi chi arridiru ciangirannu
(TRADUZIONE LETTERALE)
Sono il brigante Musolino
Sono il Re dell'Aspromonte
Sono il primo degli uomini d'onore
Rubo a tutti quanti i ricchi signori
Ho una lupara a pallettoni
e un coltello nei calzoni
Non ho paura dello Stato
e nemmeno della notte fredda e scura
Faccio giustizia a modo mio
Se non c'è lo Stato, ci sono io
Ladri, furfanti e imbroglioni
Qui ci comandano i coglioni
Politicanti corrotti e infami
Io vi prendo tutti a pallettoni
Per questo mi vuole bene la gente onesta
che come mi vede fa festa
N'ebbero allegrezza quel giorno
quando i giurati condannato m'hanno
Ma se per caso al paese torno
quegli occhi che risero piangeranno
Una vita
Una vita ho passato a giocare
Un amore ho trovato in fondo al mare
Ma un bel giorno ho capito ciò che vale
Ma un bel giorno ho deciso di cambiare
Nella vita ho tentato tante strade
Sempre solo tutto il mondo a girare
Ma un bel giorno ho capito dove andare
Ma un bel giorno ho imparato ad amare
Una vita ho trascorso nell'oblio
Una vita a distrugger ciò ch'è mio
Ma un bel giorno sei venuta tu a turbare
il mio cuore e non riesco più a parlare
Una vita ora vivo nel rimorso
Una vita a rimpiangere il trascorso
Ma se torni non sarà la stessa cosa
Il tempo incalza appassisce anche una rosa
Una vita di illusioni e malumori
Una vita che ha infranto i nostri cuori
Ma il destino ha voluto che partissi
Senz'amore ha lasciato che io vissi
Vagabondo innamorato
Vago per le strade
in una notte d'autunno
Vagabondo solitario
senza meta e senz'amore
Guardo su nel cielo
mi sorride la luna
Non ho più paura
di tentare la fortuna
E tu sei la sola
ch'io abbia mai amato
Però tu non m'ami
e m'hai rifiutato
Cerco la ragione
il senso della vita
Ma negli occhi tristi
si scorge una ferita
Nel mio lungo viaggio
quante donne ch'ho incontrato
Ma a nessuna più di te
il cuore mio ho donato
RIT
E io ancora t'amo
non t'ho dimenticato
Per me sei la donna
più bella del creato
Vera
Vera, come l'acqua sincera
Vera, come la primavera
Vera, come rosa di sera
Vera, come un'alba serena
Nei tuoi occhi brilla il sole
dalle labbra pende un fiore
nei capelli hai una corona
ma il sorriso è da sorniona
Vera, non mi dire bugie
io amo anche le tue manie
Vera, tu lo sai che per me
sei linda, la più bella che c'è
RIT
Vera, tu non credi più a niente
Vera, il tuo sorriso non mente
Vera, non ti manca l'amore?
Saprò io conquistare il tuo cuore?
RIT
Vicino a te
Tu sei per me, amore
come un raggio di sole
che illumina
la triste cella
di questa trita
e trista esistenza
Delle cose che vedo
tu sei la più bella,
e son cieco delle
tue imperfezioni
Dell'amor che io sento
non conosco ragioni
Se è per farmi soffrire,
per poi farmi gioire…
O s'è di natura un inganno,
per far che figli s'avranno
Ma una cosa è sicura
che la vita futura
io sogno con te
L'esistenza è men dura
stando vicino a te
Viene il tempo
Viene il tempo dell'amore
viene il tempo del dolore
Viene il tempo di gioire
viene il tempo di soffrire
Passan presto le illusioni
le mode frivole, le canzoni…
Restan puri i nostri sogni
il bello dell'arte, le emozioni…
Viene il tempo di partire
viene il tempo di tornare
Non ha senso più fuggire
si comprende: bisogna cambiare!
Verrà il tempo di morire
quando io non ci sarò
Sarà eterno il mio dormire
senza più affanni, senza soffrire
Verrà il tempo che capirai
i mali del mondo, le sue prigioni
E quel giorno rimpiangerai
il bene profondo che avevo per te
Vita
Vita che scorri che mai ti ricordi
dei giorni passati a rimpiangere il mare
Vita che aspetti che venga l'amore
ma intanto rimani con il tuo dolore
Ma un nuovo giorno è spuntato dal nulla
Un giorno nuovo ed io ci riprovo
Tu sei lontana non senti il mio canto
Ma io d'aspettarti non sono mai stanco
Vita che passi e gli anni son tanti
Il futuro è un incerto ma io vado avanti
Vita ch'è inutil regalo di Dio
che dura un minuto e finisce in oblio
RIT
Vita che a volte è difficile e trita
che quasi vien voglia di farla finita
Vita che non t'ha mai fatto contento
Vita che t'ha fatto vivere a stento
RIT
Voglio te
Voglio te
voglio l'amore tuo
Voglio te
io voglio star con te
E nun me 'mporta
du' passatu
de tutt'e sbagli
e chi t'avutu
'sto core 'ngrato
m'ha sbuttato ma
l'ammore mio
non è fernutu
RIT
E voglio ancora te
sì voglio solo te
Ti vugghiu bene assai
Tu nun mi crédi mai
E pi t'avì 'u sai
facero 'u vacavai
RIT
E voglio ancora te
sì voglio solo te
(TRADUZIONE LETTERALE)
…
E non m'importa
del passato
di tutti i sbagli
e chi ti ha avuto
Questo cuore ingrato
m'ha bandito ma
l'amore mio
non è finito
…
Ti voglio bene assai
Tu non mi credi mai
E per averti lo sai
farei il viavai
…
Tanto è amor che io bramo
Tanto è amor che io bramo
che di chiederlo non oso
Né a parole né con atti
io non fremo ma riposo
La bellezza ch'è la tua
mi sconvolge la ragione
E mi fingo d'esser libero
ma per te io sto in prigione
Io te scelsi tra le tante
per motivo di mia vita
E tu possa li occhi miei
serrar, contento ch'è finita
Tanto è amor che io bramo
che di dirtelo non oso
E coi versi, canto e note
solo parla il mio buon cuore
Alla tua gran giovinezza
chiede stanco tanto amore
In questo mondo truce
In questo mondo truce
io vivo senz'amore
Nel buio soffre il cuore
e non si vede luce
È il mondo dei consumi
del bene materiale
e l'uomo ha perso i lumi
Io so non è normale
di respirar quei fumi
di chi ha il capitale
Il gioco dell'amore
Il gioco dell'amore che cos'è
È fare il nido con tanti bebè
Natura ha fatto ognuno solitario
Salvo unirci quando è necessario
Il gioco dell'amore dura poco
Il tempo che s'accende e spegne il foco
Però rimane traccia permanente
Che morte vince indirettamente
Il gioco dell'amore è solo un gioco
È inutile che amore eterno invoco
Io soffro per amore
Io soffro per amore
E a te non te ne frega
Io grido di dolore
Ma tu non fai una piega
Con tante donne al mondo
Soltanto te so amare
Nella malinconia sprofondo
Finché mi sento male
«Trovati un'altra donna» mi dicono
e che il sesso mi può consolare
Ma ciò io trovo ridicolo
Solo tu l'anima mia fai sussultare
E se tornassi perché sto morendo
Per pietà più che per amore
Ti guarderei piangendo
E ancor più tristo io sarei nel cuore
La donna
Cosa ne puoi sapere
Dell'amore, del piacere
Se donna mai hai avuto
Che t'abbia dispiaciuto
Lei prima t'accarezza
Ma dopo è l'amarezza
Dei due, che fa la corte
Non l'uomo è il più forte
Ma è lei desiderata
Ingigantita e amata
Qualunque che ci provi
Ci trova spine e rovi
Ma prima o poi la vince
Il tempo la convince
Così lei è di tutti
Che siano belli o brutti
E se non l'hai saputo
Tu essere cornuto!
La rivoluzione che ci vuole
Ci vuole, per far la rivoluzione
Un po' di pazzia, di sana anarchia
Ci vuole la pancia non troppo ripiena
Non certo il corrotto o il malaffare
Ma piuttosto…
un popolo che se la passa male
Ci vuole fegato, amor per gl'ideali
Ci vogliono gli atei, l'anticlericali
Ci vuole il socialista ma pure il comunista
Quello vero, non falso e conformista
Ci voglion bevande, quei forti liquori
Che nulla fan sentir, manco se muori
Ci vuole il coraggio, l'amor per i figli
Le donne che scopano come conigli
Ci vogliono gl'uomini con i coglioni
Che pendono fieri come medaglioni
E sì… davvero ci vuole la rivoluzione
Per cambiar questo mondo
Non ci servon parole
Parole al vento
Io parlo al vento
Perché nessuno m'ascolta
Dico quel che sento
A gente colta e incolta
Svegliatevi! Non vedete
che schiavi vi hanno fatto
Meri consumatori siete
Soggetti a questo ricatto
Di chi ce l'ha il capitale
E non ha alcuna morale
Voi per un po' di denaro
Quel poco che vi fanno toccare
Avete accettato tutto
Della vostra anima il lutto
Della natura distruzione
Fame, povertà, disoccupazione
Per arricchire loro
Che vi tengono in pugno
E presto a morte vi condurranno
Oh schiavi, io vi ripugno!
L'urlo
Stanotte ho urlato e mi sono svegliato
Come se qualcosa mi cadesse addosso
Come fossi stato percosso
O precipitato in un fosso
Per pura paura senza un motivo
Tremavo, piangevo e rabbrividivo
Perché non «malattia» si chiama l'amore?
Dacché fa soffrire e morir di dolore
Un uomo attempato fa come un bambino
Vorrei solo che tu mi stessi vicino
La bella
Biondi capelli, occhi d'argento
Perle e gioielli del mio tormento
Voce di angelo, mani di fata
Morbidi i seni della mia amata
Non voglio sapere cos'ha nel suo cuore
Che Dio mi risparmi l'atroce dolore
Chi l'ha posseduta, a chi s'è venduta
Rimanga un segreto, un'ignobile accusa
Per me lei rimane la cosa più bella
Un'anima pura e lucente di stella
Il vecchio
Il vecchio tutta la vita
S'è affannato a cercare
Ed ora che è finita
Non si può rassegnare
Nel disegno di Dio
Una vita che vale?
«Non potrò dirlo io…
ma ho il coraggio d'amare»
Un tramonto di fuoco
Sonnecchiar fuori un poco
Una festa d'uccelli
Fior selvatici belli…
Quel che sboccia appassisce
La bellezza sfiorisce
Quel che nasce poi muore
Tutto cambia e il Signore
Che del mondo è il padrone
Ogni cosa distrugge
Niente a morte mai sfugge
Ma di più crea la vita
Da che sembra svanita
Dalla morte risorge
Come Sacra Fenice
Dalle ceneri sorge
Solitudine
Nella mia solitudine
Ho trovato un valore
Un distacco dal mondo
Una pace interiore
Se è pur condizione
Che più trista non c'è
È comunque fortuna
D'esser solo con sé
Di tener fuori il mondo
Con la sua avidità
La sue vane ricchezze
E falsa socialità
Qualche volta ho bisogno
Di parlar con qualcuno
Ma poi vedo che in fondo
Sempre solo è ciascuno
E così dolcemente
Senza avere un perché
Solitudine amica
Io ritorno da te
La donna generosa
C'era una donna che faceva all'amore
Con chiunque volesse, non aveva pudore
A nessuno negava un pochino d'affetto
Un momento di gioia e di mutuo diletto
Mentre tutte le altre se la tengono stretta
Lei la dava un po' a tutti, la graziosa donnetta
Ma così attirò l'ira dell'avare d'amore
Di donnacce meschine e d'ignobile cuore
Che han deciso che il bene debba essere raro
Per poter far pagare poi un prezzo più caro
La chiamaron puttana e gli dieron man forte
Una schiera di uomini e mogli bigotte
Lei per esser sensibil ne fu risentita:
l'innocenza accusata, da malizia colpita
Stabilì che è vergogna a donar la cotogna
Fu costretta a accettar la comune virtù
Che per fare l'amore il denaro abbisogna
E decise così - aggratis - di non copular più.
I soldi
Quanti ne ho perduti
Per la mia libertà
Ho preferito la povertà
Il mondo han ridotto
In perenne schiavitù
A tutta questa gente
Il tempo han rubato
Non hanno mai saziato
I soldi han nascosto
Di tutto il gran valore
Distrutto anche l'amore
La vita è troppo breve
Per perdersi nel fango
Io immune ne rimango
Verrà a ben trista morte
Lui che n'è affascinato
Se vivo mai lo è stato
Perduto amore
Perduto amore
Mi duole il cuore
Pensando a te
Rinnova il dolore
Nell'aere greve
Di una tempesta
Nel tempo mite
Di un dì di festa
Senza parole
Ti presi la mano
Per un momento
Ho volato lontano
Amore nasce
Com'astro inatteso
E poi s'eclissa
Lasciandoti un peso
Un vuoto immenso
Che non sai spiegare
Tu non dovevi mai
mai lasciarlo andare!
Piove
Piove e fa freddo
Io il fuoco mi accendo
Resto lì ad aspettare
Che finisca il temporale
Piove e ogni cosa
Viene tutta bagnata
Ogni cosa ch'è morta
Ogni cosa ch'è nata
Primavera si desta
Ma ritorna a dormire
Cupo inverno spodesta
Rimandata è la festa
Piove ed è triste
Pur la vita fiorisce
Sotto la terra scura
Nuovo seme attecchisce
È lavato il dolore
L'ingiustizia non muore
Ma speranza rinnova
La giornata che è nuova
Il bambino povero
Con un guscio di noce
Mi son fatto barchetta
Con un ramo nodoso
Fionda mia prediletta
Con un pezzo di corda
Noi tiriamo alla fune
Perché son più piccino
Vinco io a nascondino
Una trottola a righe
Mi dono' il falegname
Col carbone disegno
Sopra un pezzo di legno
Col giornal del vicino
Ho fatto l'aeroplanino
Sono io un bel bambino
Che non sa del progresso
Sono sudicio e sporco
Ma per me fa lo stesso
Nella valle giù al fiume
Sono andato a pescare
Con un filo e un bastone
Tanto poi per giocare…
Ornella
Mi perdo nei tuoi occhi neri
della bellezza tua argentina
Amo te e i tuoi pensieri
di poco più che una bambina
Tutti sono innamorati di te
Ma tu sei libera di viaggiare
Per il mondo dove tutto cambia
E tu sei venuta qui in Calabria
Bell'amore mio non mi lasciare
Che un nobil cuore alberga in me
Letizia
Letizia m'è in cor
E con alma lieta
Mi fa schiavo amor
Su tua pelle oliva
Riluce l'onor
Di mia età tardiva
Per te vivo vita
Per cogliere un fior
Sfogliar margherita
Non sento dolor
Letizia giuliva
Ti dono l'amor
La mia vita è poesia
Io mi nutro di pane, solo pane e poesia
Io trascino indolente una vita non mia
Alle volte mi abbuffo, poi mi lascio affamare
Io non sono normale, non so odiare né amare
Solo un flebile lume mi rischiara la via
Perché è senza valore… l'esistenza mia!
Quando scrivo ho un motivo per andar ancora avanti
Il più tristo e grottesco di tutti i viandanti
La mia vita è poesia, che volete che sia?
Solo resta d'un uomo la sua brutta grafia
Io non lascio nient'altro che un mucchietto di versi
E sperando che un giorno non saran tutti persi